La leggenda del Piave (anche nota come Canzone del Piave, o Il Piave mormorava[1]) è una delle più celebri canzoni patriotticheitaliane. Fu composta nel giugno 1918 da Ermete Giovanni Gaeta.
Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, il governo italiano l'adottò provvisoriamente come inno nazionale[2][3], poiché si pensò fosse giusto sostituire la Marcia reale[4] con un canto che ricordasse la vittoria dell'Italia nel primo conflitto mondiale[5]. La monarchia italiana era infatti compromessa con il regime fascista[6]. La leggenda del Piave ebbe dunque la funzione di inno nazionale italiano fino al 1944, quando fu reintrodotta la Marcia reale dopo il ritorno di re e governo nella Capitale liberata[7].
Errore nelle note: Sono presenti dei marcatori <ref> per un gruppo chiamato "N" ma non è stato trovato alcun marcatore <references group="N"/> corrispondente
^ Maurizio Ridolfi, Una tradizione da reinventare, in Maurizio Ridolfi (a cura di), Almanacco della Repubblica: storia d'Italia attraverso le tradizioni, le istituzioni e le simbologie repubblicane, Milano, Mondadori, 2003, p. 166, ISBN88-424-9499-2. URL consultato il 3 dicembre 2023.
«Il problema di darci un inno nazionale si pose già col governo Badoglio. C'era ancora sul trono Vittorio Emanuele III, e in seguito ci fu brevemente, da luogotenente e da re, suo figlio Umberto II, ma si sapeva che la sorte della monarchia doveva essere decisa dal popolo italiano, attraverso un referendum che avrebbe avuto il significato di un processo. Perciò, in quella fase transitoria, l'uso della Marcia reale nelle cerimonie pubbliche sarebbe apparso provocatorio. Il primo governo democratico diede perciò la direttiva di utilizzare La leggenda del Piave che evocava le atmosfere della guerra vittoriosa del 1915-18 e poteva dare la carica ai reparti dell'esercito, della marina e dell'aeronautica che si stavano faticosamente riorganizzando.»